lunedì 24 luglio 2023

UN CASO DI OMICIDO/SUICIDIO A VERONA

 





Cari lettori di Hikikomori Italia, due giorni fa a Verona c'è stato un drammatico caso di omicidio/suicidio. I giornali hanno subito etichettato il ragazzo come "Hikikomori" ma dato che lavorava ed aveva hobby ci viene difficile pensare che fosse un ritirato sociale. In ogni caso questo accostamento fatto solo per fare odiens mette in pericolo tanti hikikomori veri che non farebbero mai del male a una mosca dato che è intrinseco che al massimo un ritirato si fa autolesionismo ma non fa male al prossimo. Esorto quindi tutti a mettere per scritto le distorsioni di una certa stampa non onesta che alimenta il bullismo verso i nostri ragazzi minori

Fratelli morti a Verona, chi sono Patrizio ed Edoardo Baltieri. La psichiatra: “Hikikomori? Sindrome in crescita”





Questi sono matti da legare : In attesa dell’autopsia che chiarirà lo svolgersi degli eventi, nel quartiere San Massimo continua a rimbalzare la stessa domanda: perché? Tante le ipotesi, da una possibile lite furiosa tra i fratelli alla sindrome di Hikikomori, quella tendenza estrema all’isolamento che potrebbe in parte spiegare lo scatto di violenza che ha fatto perdere la testa a Patrizio. Il resto del carlino 

Riguardo al tragico fatto di cronaca di Verona e ai due giornali che hanno sbagliato associando il caso al ritiro sociale ho chiesto il parere di un esperto che mi ha fatto un audio. Vi faccio una sintesi
L'articolo del "Resto del carlino" è scritto con superficialità, pressapochismo, con numerosi errori perchè si parla di sindrome e non è una sindrome; prima c'è scritto ragazzo recluso, poi che usciva poco e noi sappiamo bene che gli hikikomori non escono nemmeno dalla loro stanza. Il grave è che viene strumentalizzato un disagio, viene strumentalizzato l'uso improprio di un nome che poi è una categoria e non bisogna fare odiens perchè si genera confusione e non si sensibilizzano le persone ma le si spaventano e tutto ricade sui ragazzi fragili


Non smettete mai di protestare.
Non smettete mai di dissentire,
di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità,
i luoghi comuni, i dogmi.
Cercate la verità!
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
Siate sempre in disaccordo
perché il dissenso è un’arma.
Siate sempre informati
e non chiudetevi alla conoscenza
perché anche il sapere è un’arma.
Forse non cambierete il mondo,
ma avrete contribuito a inclinare
il piano nella vostra direzione
e avrete reso la vostra vita
degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente
è un seme che non crescerà mai.
Bertrand Russell



lunedì 10 luglio 2023

HIKIKOMORI PRIMARIO




 Quella che veicolo io tramite il sito di Hikikomori Italia è una visione del fenomeno che può essere condivisibile o meno. Non voglio imporre niente a nessuno e vi invito a diffidare da chi sembra avere la verità in tasca. Detto questo, a mio personale parere, affermare che l'isolamento di un hikikomori sia frutto di depressione o di un'altra patologia mentale è errato e non ci sono studi scientifici che affermano questo. Al contrario, esistono studi meticolosi che hanno dimostrato l'esistenza di un "hikikomori primario", ovvero un isolamento sociale che non deriva da nessuna psicopatologia pregressa e che non ha comorbidità particolari. Se poi usciranno altri studi che mi smentiranno ne prenderò atto, tenendo presente, però, che io ho una forte competenza in ambito di ricerca sociale e cognitiva, quindi so riconoscere uno studio valido da uno approssimativo (metto le mani avanti).

Non ho mai nascosto che ci possano essere delle componenti pseudo-depressive dietro all'hikikomori, ed è per questo che ho introdotto il concetto di "depressione esistenziale" (teorizzato da uno psichiatra, non uno psicologo), ovvero "una depressione non patologica e frutto di una presa di coscienza della realtà circostante". Detto questo, è evidente che possano sussistere delle componenti di depressione clinica e di fobia sociale nell'hikikomori, così come di internet addiction. Ma il punto chiave, secondo me, è un altro. Il termine "hikikomori" identifica un nuovo fenomeno sociale mondiale (non giapponese, non italiano) per cui milioni di giovani stanno decidendo di isolarsi e di rifiutare la società. Dobbiamo concentrarci su questo, altrimenti finiremo per imbottire questi ragazzi di antidepressivi (i quali si sono rivelati in molti casi del tutto inefficaci) senza comprendere davvero il disagio esistenziale che stanno vivendo.
Concludo dicendo che, nessuno nega che la depressione, la dipendenza da internet, la fobia sociale e qualunque altra patologia o psicopatologia (sia essa di origine traumatica o meno) possa portare il soggetto che ne soffre a isolarsi, ma, semplicemente, in questi casi non si può parlare di hikikomori, soprattutto se manca quella componente fondamentale che caratterizza l'hikikomori, ovvero una forte sfiducia e negatività nelle relazioni e nei confronti della società. È pertanto fondamentale fare una diagnosi differenziale attenta e precisa. Non tutti quelli che pensano di essere hikikomori o di avere un figlio hikikomori hanno ragione. Purtroppo ad oggi c'è molta confusione.
Ecco una citazione dello studio al quale mi riferisco:
"We identified the psychological features of “primary hikikomori”, or hikikomori with no obvious mental disorder, as follows:
1) display a tendency to avoid competitive settings;
2) cherish an “ideal image” based on the expectations of others;
3) are unable to make a fresh start from their current situation; 4) have parents who continue to invest in their child’s ideal image.
We assert that “primary hikikomori” is a new manifestation
of the conflict prevalent among contemporary Japanese youth."

Marco Crepaldi