mercoledì 31 agosto 2022

VETRO





LEI è una giovane "hikikomori", definizione che si dà agli adolescenti che scelgono di trasformare la propria stanza in una prigione senza tempo. Vive con il suo cane e con suo padre, al quale però non è concesso di varcare la soglia della sua stanza.

venerdì 19 agosto 2022

HIKIKOMORI, I NUMERI DEL DRAMMA




 Lo scorso giugno la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche Antidroga, ha redatto la "Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia" e all'interno di esso si parla (con mia grande sorpresa) anche di #hikikomori.

Cito testualmente: "Poco meno di un quinto degli studenti afferma che, nel corso della sua vita, si è isolato per un tempo significativamente lungo (non considerando il periodo di lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da COVID-19). Fra questi, circa un quarto è rimasto isolato per meno di una settimana, il 31% fra una e due settimane e il 21% per uno o due mesi. Il 17% degli studenti ha affermato di essere rimasto isolato volontariamente e che potrebbe avere le caratteristiche per una diagnosi Hikikomori".
La giornalista de la Repubblica, Federica Angeli, mi ha chiesto un commento su questo dato (vi lascio il link all'articolo nei commenti, è solo per abbonati).
Qui ci tengo però a precisare due cose: la prima è che il fenomeno degli #hikikomori non è collegato necessariamente a una dipendenza da internet o dai videogiochi, dunque non capisco perché se ne parli in un documento che si dovrebbe occupare di "tossicodipendenze". Detto questo, è un bene che si cominci a utilizzare sempre più il termine anche in documenti ufficiali.
Secondo punto: l'hikikomori, ad oggi, non corrisponde a una diagnosi psicologica. Si tratta di un'etichetta ancora in via di definizione, che tuttavia non è attualmente presente nel DSM (Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali).
Terzo punto (il più importante): il fatto che il 17% degli studenti italiani abbia una sintomatologia pericolosamente affine a quella degli #hikikomori dimostra nuovamente quanto ci sia bisogno di intervenire tempestivamente e incisivamente sul fenomeno, in modo da prevenire un'esplosione dei casi nei prossimi anni (come già accaduto in Giappone).
Commenterò presto questo report anche sul sito hikikomoriitalia.it
Marco Crepaldi

domenica 14 agosto 2022

Tamaki Saitō

Foto di Hikikomori Italia




 "INFORMAZIONI IMPORTANTI PER LE FAMIGLIE

Se i famigliari riescono ad attendere e mantenere la speranza, il loro atteggiamento influenzerà il paziente in modi desiderabili. Aspettare comprende adottare una posizione fredda e chiara nei confronti della situazione. La famiglia non oscillerà tra gioia e tristezza ad ogni piccola parola e gesto, nè si aggrapperà ai più piccoli cambiamenti della situazione del paziente.
Invece, avrà una visione a lungo termine e si comporterà in modo equilibrato.
Una delle ragioni per le quali la famiglia dovrebbe consultare uno specialista è quella di essere aiutata ad adottare questo tipo di visione. (...)
Certamente, non intendo che la famiglia debba starsene seduta e aspettare passivamente. Anche se la famiglia attende che i cambiamenti avvengano, dovrà avere un impegno costante, che potrebbe non sembrare ovvio all'osservatore casuale. E' necessario che la famiglia giochi la propria parte - i famigliari potrebbero dover modificare opinioni personali o andare a sedute con terapeuta. Allo stesso tempo, è importante per loro determinare esattamente che cosa il proprio figlio in ritiro sta provando a comunicare tramite i suoi sintomi. E' importante che la famiglia si trattenga dall'intromettersi in modi che vengano percepiti come tali; invece i famigliari devono continuare ad aver cura del loro figlio in un modo caldo e premuroso. Uno dei miei vecchi colleghi una volta mi disse "non dare una mano, dai una occhiata" intendendo "non intrometterti nei loro affari, ma veglia su di loro". Senza dubbio, questo è ciò che la famiglia dovrebbe fare."
(Tamaki Saito - Adolescenza senza fine - traduzione)







Per le persone in ritiro sociale, i collegamenti tra "individuo e famiglia" e "individuo e società" sono completamente interrotti. Pertanto l'UNICA SPERANZA risiede nella cooperazione della famiglia. Infatti è frequente il caso in cui la comprensione e la collaborazione della famiglia permette alla persona di riprendersi. Tuttavia in molti casi c'è un circolo vizioso nella relazione con la famiglia e la situazione peggiora.
Tamaki Saito
Riporto questo paragrafo dell'opera Adolescence without end.
Lo psichiatra che ha studiato per primo e più approfonditamente il fenomeno in Giappone ha individuato nel modificarsi degli schemi familiari la strada per invertire la condizione di ritiro sociale.
Quindi, mi viene da dire, lo "Spezzare la routine" delle nostre Buone Prassi.
La potenzialità sociale della nostra comunità di genitori e della associazione è immensa, come abbiamo compreso da subito. Con scambi di esperienze e tentativi amorevoli abbiamo raggiunto una grande competenza, un patrimonio culturale di cui siamo consapevoli e fieri.
Elena Carolei



Abbiamo contattato direttamente Tamaki Saito, maggior esponente mondiale sullo studio del fenomeno, sulla problematica emergente in questo gruppo riguardante i possibili approcci per affrontare il problema dell'hikikomori adulto. In Giappone, come sappiamo, c'è un altissimo numero di persone ritirate, anche over 40.
La sua risposta è stata la seguente:
"In Japan, aging of hikikomori children is very serious problem.
But we apply same support model as youger cases. We advice to make dialogical relationship between parents and children.
Of course it’s very difficult to make such relationship, but without this process, hikikomori person never participate in society."
Speriamo sia utile come spunto di analisi.
Elena Carolei